Il MoVI federazione regionale della Campania ha elaborato un documento introduttivo ed una griglia di domande aperte da utilizzare come traccia di discussione per interrogarsi sul futuro delle nostre comunità.
L’invito a riflettere e confrontarsi è aperto a gruppi di volontariato e cittadini desiderosi di avviare percorsi di impegno comune.
“RITESSERE LEGAMI
CONDIVIDERE, INNOVARE “IL SOCIALE”,
A PARTIRE DALLA VULNERABILITA’ CHE STA INTORNO A NOI”
Documento
Premessa:
Il 22 settembre 2011 si è tenuto a Salerno il primo incontro organizzativo legato al progetto “Ritessere legami”, promosso dal Mo.V.I. regionale della Campania e finanziato dalla Fondazione con il Sud. Hanno partecipato all’incontro 22 persone, in rappresentanza di 16 organizzazioni campane (otto salernitane, quattro napoletane, tre casertane ed una avellinese)
Al termine dell’incontro si è deciso di darsi appuntamento nelle tre province campane dove il MOVI è presente, a partire da una griglia di considerazioni e interrogativi aperti, al fine di aprire subito il confronto nei diversi territori, ed iniziare a costruire una riflessione condivisa e una programmazione delle attività dal basso.
Di seguito viene riportato un documento introduttivo ed una griglia di domande aperte, da utilizzare come traccia di discussione tra i gruppi impegnati nei diversi territori.
Cosa abbiamo condiviso in passato
Non si parte da zero! La memoria del passato non è un peso ma un valore. Soprattutto se è testimonianza di un lavoro condiviso.
Il MOVI negli ultimi trent’anni è esistito in Campania solo in quelle realtà dove associazioni e persone hanno deciso di animare uno spazio concreto di relazione e di collegamento.
Abbiamo condiviso in passato la voglia di lavorare insieme, pur tra mille difficoltà ed individualismi, e di animare spazi di partecipazione, di formazione, di rappresentanza.
Seminari, eventi, campi scuola estivi, giornali di informazione in campo sociale, siti web, ricerche, centri di documentazione, sono stati alcuni tra i principali strumenti utilizzati in questi anni. Negli anni ’80 e ’90 è prevalsa la dimensione di sostegno e consulenza al mondo del volontariato; col nascere dei Centri di Servizio, ci si è maggiormente concentrati sul lavoro di advocacy, di collegamento dal basso, di formazione ai valori, di sperimentazione di iniziative di frontiera, di ricerca della rappresentanza, di crescita della coscienza politica del volontariato.
Il MOVI in Campania in questi anni ha inoltre contribuito a rappresentare una parte significativa del volontariato in ambito istituzionale, ed a promuovere e sostenere leggi di settore.
L’assetto del Movi in Campania è stato sempre variabile, ed ha seguito gli eventi e l’evoluzione stessa del volontariato nella nostra regione, le sue trasformazioni, ma sempre cercando il collegamento del volontariato dal basso, soprattutto delle piccole organizzazioni, non facenti parte di più ampi organismi. Facendo leva sulla qualità delle relazioni, anziché sulla lobby e sul potere dei numeri. Sostenendo, ove necessario, il transito verso forme istituzionali diverse di impegno e di presenza sociale.
Cosa stiamo condividendo adesso
. Il MOVI in Campania attualmente è presente in 3 province con tre federazioni, e conta nella sua rete una cinquantina di organizzazioni di volontariato:
continua il suo silenzioso lavoro di tessitura di legami, di sostegno, di condivisione con le persone ed i gruppi; ha una sede legale, che è anche un Centro di documentazione in ambito sociale, a Vietri sul Mare, mentre ha la sua sede operativa presso l’Associazione Paideia, a Salerno; pubblica periodicamente un giornale di confronto e di approfondimento sulle tematiche sociali e del volontariato (Città Domani); sta gestendo un ampio ed articolato progetto sul tema della giustizia ripartiva e dell’inclusione sociale dei detenuti, affidati al Servizio Sociale (Non Cancellarmi); è sede operativa di progetti di servizio civile; svolge una serie di attività in sinergia con Paideia – agenzia di formazione, ricerca, consulenza e servizi che ha contribuito a creare e di cui è socio – tra cui il marchio editoriale Rosso Fisso, il sito web www.paideiacentroserrvizi.it. Ha partecipato di recente al progetto nazionale MOVI denominato XXL, mediante iniziative di promozione del volontariato in ambito giovanile, attraverso una vacanza studio ed eventi formativi.
Cosa vogliamo condividere in futuro
L’obiettivo non è stare insieme solo per realizzare il progetto “Ritessere legami”, sia pure lo scopo fosse allargare la rete! Siamo sempre stati contrari ad un volontariato che si muove solo in presenza di risorse economiche, e nell’ottica del progetto finanziato una tantum.
Il Bando della Fondazione con il Sud va già in una direzione diversa dalla logica dominante del “progettificio sociale”, lì dove intende sostenere l’attività ordinaria di una rete, e non iniziative episodiche e sperimentali. Ed è questo il motivo per cui abbiamo dato grande importanza la passato ed al presente del nostro lavoro sociale.
Vogliamo condividere in futuro, sulla scia di quanto sinora vissuto e sinteticamente descritto, quei valori che sono alla base del sogno di una società differente, nella quale il volontariato deve fare la sua parte, tessendo reti sempre più fitte di solidarietà ed inclusione sociale.
Sapendo di non avere la bacchetta magica, la formula risolutrice, ma di doverla ricercare e praticare, insieme, a partire dalla riflessione, dal radicamento e dall’impegno concreto nei territori.
Vogliamo porci come obiettivo prioritario quello di RITESSERE LEGAMI, superando la frammentazione esistente non solo tra i gruppi, ma anche tra le persone, nella comunità sociale, con le istituzioni: non c’è solo da ricucire un rapporto orizzontale nel volontariato, ma c’è da priorizzare il primato dei legami, della comunità sull’individualismo e sul mercato.
Vogliamo CONDIVIDERE E INNOVARE IL SOCIALE, pensare ad una rinnovata presenza del volontariato (in termini di ascolto, radicamento, dimensione politica) per animare il cambiamento.
Tutto ciò richiamandoci ai valori fondanti il nostro movimento, che sono:
1 . l’azione strutturale contro i meccanismi che generano emarginazione e povertà nei territori;
2 . la gratuità ed il coinvolgimento attivo della comunità, intesi come elementi prioritari dell’agire del volontariato, oltre le iniziative, i progetti, i servizi;
Ma a partire da un punto di vista particolare: quello della VULNERABILITA’ CHE STA INTORNO A NOI, che allarga lo scenario a tutta la società ed al suo progressivo impoverimento: vincolo e risorsa per la ricomposizione di nuovi scenari di protagonismo sociale.
Quello della vulnerabilità è stato definito uno tsunami socio-culturale, che sta ridisegnando la mappa del disagio, un disagio invisibile che si colloca tra normalità e devianza conclamata.
Occorre un cambiamento culturale, non semplice ma ineludibile, per venire incontro ai nuovi bisogni di comunità: un cambiamento che veda protagonista la comunità e superi i modelli tradizionali di welfare.
Occorre, dunque, ricostruire le condizione per l’esigibilità dei diritti, attrezzarsi per leggere la vulnerabilità del tessuto sociale, uscendo dalla routine e sperimentando nuove forme di condivisione e di protagonismo comunitario.
Tra i tanti temi specifici su cui concentrare la nostra attenzione, riteniamo prioritario quello dell’avvicinamento al volontariato ed all’impegno sociale del mondo giovanile.
Per realizzare tutto ciò intendiamo – anche grazie all’aiuto del progetto “Ritessere legami” – far divenire stabili e periodici una serie di strumenti e di appuntamenti dove il volontariato è chiamato a riflettere, a confrontarsi, a lavorare insieme per il cambiamento.
Consapevoli della nostra debolezza, e sapendo di dover recitare una piccola parte all’interno dello scenario più complessivo sul quale si muovono tanti gruppi, associazioni, realtà di volontariato. Convinti di dover scommettere nell’allargamento della nostra rete, e più in generale sullo sviluppo del lavoro di rete e di comunità.
Griglia di discussione
Il tempo destinato alla riflessione è tempo perso? Quanto tempo le nostre associazioni passano per discutere, leggere, ascoltare, al di là delle emergenze nelle quali sono quotidianamente sommerse?
Il nostro impegno come organizzazioni di volontariato a quali bisogni risponde? Il nostro impegno nel tempo sta generando “cambiamento” nelle coscienze, nella cultura, nel funzionamento dei servizi, nella capacità di “accoglienza” delle nostre comunità, di che tipo? Se no, dove sono gli aspetti critici? Come affrontarli?
Si contribuisce alla costruzione di una comunità migliore occupandosi prevalentemente di animare servizi? Come non cadere nel tranello di sostituirsi al servizio pubblico? Come riappropriarsi del ruolo propositivo finalizzato a promuovere il cambiamento dei sistemi che producono povertà, esclusione, emarginazione?
Come percepiamo il tema della vulnerabilità sociale? Come lo viviamo nel nostro tessuto organizzativo e comunitario? Quali sperimentazioni, di gruppo e di rete, è possibile porre in campo? Come attraversare il tempo dell’impoverimento, costruendo una nuova solidarietà?
Perchè non appaiamo credibili ai giovani? E’ per noi una priorità? Su cosa riusciamo a coinvolgerli e perchè. Come allargare e favorire la loro scesa in campo, in nome di quali valori?
Quale comunità sogniamo nei nostri territori? Quali azioni mettiamo in campo per trasformarla in realtà? Chi sono in nostri compagni di strada?